INTERVISTA SU RADIO CITY LIGHT
Per cominciare, hai voglia di raccontarci come ti sei avvicinato alla musica?
Mi sono avvicinato alla musica grazie ai miei genitori che, fin dai primi anni di vita, mi hanno permesso di conoscerla e percepirne le vibrazioni.
Nel corso degli anni non so come ma mi sono sempre sentito collegato alla musica; infatti, nel 2019 ho sentito un qualcosa che mi partiva da dentro ed era il bisogno di fare musica, che ancora oggi sento più forte che mai nonostante le mille difficoltà che ci possono essere per un emergente.
A chi consiglieresti, in particolare, l’ascolto del tuo singolo “Un domani in forse”?
Consiglio l’ascolto di Un domani in forse a tutte quelle persone che hanno bisogno di una scossa, un input per fermarsi un attimo, prendere fiato e ripartire a vivere la vita dando priorità solo e soltanto al presente e non al passato e al futuro.
Come è cambiata la tua musica dalla pubblicazione del tuo primo EP?
Dopo il mio primo Ep sono cambiate tante cose, sia per la per quanto riguarda la parte musicale in quanto ho iniziato a prendere lezioni di piano ed ho imparato a suonarlo, sia per quanto riguarda la parte della scrittura su cui sto continuando a lavorare ancora oggi.
Ma la cosa che sicuramente è cambiata più di tutti sono io come persona, sia a livello umano sia a livello artistico e a come riuscire a trasformare la vita in musica.
Consigliaci qualche pezzo (di altri artisti) che tutti dovrebbero assolutamente ascoltare.
Lavender Boombox dei Miniature Tigers, Crying on the Dancefloor di Dayglow e Non escludo il ritorno di Franco Califano
