venerdì, 26 Aprile, 2024

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“HI MY NAME IS PLANET EARTH AND I WILL KILL YOU ALL” È IL NUOVO SINGOLO DI WHITE EAR FEAT. LAPÈ E FAUSTO DEE

Il singolo dal 20 gennaio su tutte le piattaforme digitali e radio

“It’s too late to cry, it’s too late to cry
You just know the consequence, it’s too late to cry”

 

Disponibile in radio e su tutte le piattaforme digitali dal 20 gennaio per Last Floor Studio Hi My Name Is Planet Earth And I Will Kill You All, nuovo singolo del producer pugliese di stanza a Bologna White Ear insieme a Lapè e Fausto Dee che anticipa l’album d’esordio “Right Here” in uscita a febbraio. Il brano rappresenta un grido di allarme in prima persona del Pianeta Terra contro la superficialità dell’Umanità.

“Il titolo è così lungo perché probabilmente non c’era modo di sintetizzare il concetto. È il pianeta che parla e i suoi intenti non sono rassicuranti. Le frasi chiave, cantate dalla voce incantata di Lapè, dicono che è troppo tardi per piangere in quanto conoscevamo già le conseguenze del nostro atteggiamento. Frasi inquietanti cantate con un’intenzione gioiosa e spensierata, per sottolineare la superficialità con cui stiamo affrontando il più grave pericolo del nostro tempo. Un graduale crescendo lungo tutto il brano contribuisce a dare la sensazione di qualcosa di imminente che sta per succedere, un pericolo che dall’orizzonte si avvicina. Ma non c’è problema, basta girarsi dall’altra parte” – White Ear.

A legare i ritornelli allegramente macabri ci sono le strofe fitte di White Ear, quasi una filastrocca in cui la Terra parla sempre in prima persona spiegando i motivi per cui, per poter sopravvivere, è costretta ad annientare questi parassiti che da almeno un secolo la stanno torturando in nome di uno stile di vita volto solo a far crescere i consumi. A metà canzone il colore cambia, diventa ancora più inquietante, per l’entrata di Fausto Dee, rapper che comincia a slabbrare le maglie della metrica con un testo molto diretto, parlato, in cui è un umano a parlare. A passo stretto con la parte testuale, il carattere del brano mette in contrasto un carillon giocoso e un beat angosciante, una ritmica ballabile con degli archi che avanzano in armonie buie.

 

CREDITS
Lyrics: Davide Fasulo, Fausto Di Quarto, Robert Lincoln Hackett
Music: Davide Fasulo
Performed by: White Ear (Davide Fasulo), Lapè (Enrica La Penna), Fausto Dee (Fausto Di Quarto)
Cover: Sara Garagnani
Label: Last Floor Studio / CNI Compagnia Nuove Indye
Mix/Master: Last Floor Studio

 

BIOGRAFIA

White Ear è un live-set di strumenti elettronici ed acustici. Suoni e beat sono generati e manipolati in tempo reale in un flusso di brani che si susseguono come in un dj-set, con lente sovrapposizioni e variazioni di velocità. Le griglie ritmiche e i paesaggi sonori sono spesso suggeriti da campioni tagliati sul momento o frammenti di registrazioni ambientali. Il filo che unisce i diversi momenti della performance è il dialogo tra beat graffianti e giochi di consonanze e dissonanze nati dall’imprevedibilità dei campionamenti. Diversi collaboratori hanno partecipato al disco in uscita “Right here” (Last Floor Studio, CNI Compagnia Nuove Indye) e prendono parte alle esibizioni live. Tra gli ospiti troviamo Vinx Scorza, Giorgia Faraone (alias Femmina), Meike Clarelli e Vincenzo Destradis.
Davide Fasulo, nome all’anagrafe di White Ear, è un polistrumentista e producer brindisino, trasferito a Bologna nel 2001, attualmente impegnato con il quartetto elettro-acustico Dueventi e varie produzioni in contesti diversi come installazioni, performance, sonorizzazione video e incisioni in studio. Dopo gli studi classici, studia jazz con i maestri Nico Menci, Teo Ciavarella e Fabrizio Puglisi. Come compositore di colonne sonore e musicista di scena ha collaborato con diverse realtà teatrali tra cui Oscar De Summa, Teatro dei Gatti, Opificio d’Arte Scenica, Ivano Marescotti, Teatrino Giullare, Teatro Sotterraneo. Tra le attività teatrali più recenti “il Barone Rampante” (2023, regia Riccardo Frati, Piccolo Teatro Milano) e “Lingua Madre” (2021/22, regia Lola Arias, produzione ERT), in questo momento in tour europeo. Durante la sua carriera ha condiviso il palco con artisti di varia estrazione stilistica, tra cui Vinicio Capossela, Mika, Giorgia, Malika Ayane, Fiorella Mannoia, Pasquale Mirra, Ares Tavolazzi, Massimo Manzi, Piero Odorici, Linley Hamilton, David Lyttle, Daniele Di Gregorio, Mirko Guerrini, Marco Tamburini, Christophe Rocher e tanti altri.
Tra il 2004 e il 2009 conduce un ensemble di 10 elementi, la Pan Gea Orchestra, suonando dal vivo per spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche con brani di propria composizione. Tra gli eventi più rilevanti, “Omaggio a Ravel”, una rivisitazione del celebre Bolero che debutta al teatro Astra di Vicenza nel 2007, e la sonorizzazione dal vivo di un medio-metraggio di Charlie Chaplin al festival Strade del Cinema (Torino, 2009).
Nel 2017 ha composto la sigla e alcuni jingle per la trasmissione “Facciamo che io ero” (Raidue, con Virginia Raffaele) al fianco del maestro Teo Ciavarella.
Da sempre coltiva la passione per la musica elettronica, con un’attenzione particolare verso la manipolazione istantanea dei suoni, l’imprevedibilità di fattori random, la ricerca di quegli errori che giocano in contrasto con la severa regolarità delle macchine.
A febbraio 2023 uscirà l’album d’esordio “Right Here” per Last Floor Studio / CNI Compagnia Nuove Indye.

 

WHITE EAR
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Ufficio stampa Seitutto Press

 

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