lunedì, 6 Maggio, 2024

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Intervista su Radio City Light ai MALVASIA che ci presentano il singolo di debutto “FUMO NEGLI OCCHI”

I Malvasia sono un gruppo Alternative Rock e abbiamo avuto il piacere di intervistarli qui a Radio City Light che ci presentano il loro singolo di debutto “Fumo negli occhi”.

 

INTERVISTA

Il singolo “Fumo negli occhi” è stato premiato dalla Fondazione Estro Musicale tra le migliori composizioni del 2023. Ci raccontate qualcosa di più su questa esperienza?

A luglio 2023 abbiamo partecipato al concorso annuale promosso dalla Fondazione Estro Musicale, che consiste in una sessione live, registrata nello studio Il Cortile, in cui ciascun artista o band si esibisce con 3 brani inediti. Avevamo iniziato da pochi mesi a provare insieme con l’attuale formazione e stavamo arrangiando i primi brani, con leggerezza, ma tanta voglia di metterci in gioco con questo nuovo progetto. Abbiamo letto l’annuncio e senza pensarci troppo ci siamo iscritti al concorso. Era la nostra prima esperienza fuori dalle mura della sala prove e la cosa più incredibile è che era la prima volta in cui ci siamo ritrovati tutti e 5 contemporaneamente nello stesso luogo. Fino ad allora infatti Marco, che vive a Brindisi, registrava in casa e ci inviava le sue tracce di chitarra per permetterci di provare in 4 sentendo anche le sue parti; e le volte in cui è salito a Milano per provare, c’è sempre stato qualcuno del gruppo impossibilitato a partecipare alle prove. Insomma sembrerà assurdo, ma a luglio c’era ancora gran confusione per noi nel ricordare volti e nomi dei compagni, ma non per gli arrangiamenti suonati.
Abbiamo vissuto questa esperienza con estrema spontaneità, in un ambiente professionale e serio, ma super accogliente e accomodante.
Ci siamo divertiti molto e non ci è sembrato di partecipare ad un concorso, per il clima rilassato e per l’approccio con cui abbiamo deciso di vivere l’esperienza.
Quando alcuni giorni dopo ci ha telefonati Massimo Caso, produttore e referente della Fondazione, per dirci che il nostro brano era piaciuto e che avrebbero voluto produrlo, a prescindere dall’esito del concorso, non volevamo crederci: per noi è stata una gioia incredibile. Non ci aspettavamo di essere scelti tra centinaia e centinaia di progetti. Questa esperienza ci ha aiutati a credere in noi stessi, più di quanto fossimo abituati a fare.

Questo brano è un invito all’autoindulgenza. Come è nata l’ispirazione?

[Risposta di Mario, che ha scritto il brano]

“Ho scritto questo brano in camera mia. Le parole sono arrivate alla mia testa con urgenza e impeto, appena rientrato a casa da una seduta intensa con la mia psicoterapeuta. Ho preso il mio quadernetto e ho iniziato a scrivere di getto con la matita. Le parole avevano già una propria melodia e in pochi minuti avevo già scritto strofe e ritornello. Ho preso la chitarra e mi sono lasciato andare a questo urlo liberatorio. Dopo tanta sofferenza e troppo tempo, mi sono dato il permesso di prendermi cura di me stesso. Per alcune settimane non riuscivo a togliermi dalla testa quella canzone. Quando ho deciso di espormi e far sentire il brano agli altri in sala prove, avevo tanta paura e temevo che lo avrebbero trovato ridicolo. Invece abbiamo passato tutto il tempo ad arrangiarlo lasciandoci trasportare dalla musica. Mi ha fatto stare bene condividerlo con il gruppo, anche se ero convinto che non sarebbe mai uscito da quelle mura. Oggi è stranissimo poterlo ascoltare su spotify o vedere gente sconosciuta che lo ascolta postando storie sui propri social. Fumo negli occhi mi ha aiutato tantissimo e spero possa spronare anche chi lo ascolterà a prendersi cura di sè, esercitando gentilezza e amor proprio.”

A fine dicembre si è conclusa la vostra prima tournée promozionale. Come descrivereste questa prima esperienza come band?

Sì, a dicembre si è conclusa la nostra prima tournée promozionale. Dopo alcuni concerti a Milano abbiamo fatto 4 concerti in 3 giorni in giro per la Puglia, terra di origine di Mario e Marco. è stata un’esperienza particolare, strana ed affascinante. Abbiamo avuto l’occasione di testare l’impatto dei nostri brani sul pubblico, in contesti profondamente differenti e possiamo dirci soddisfatti del riscontro.
Non è stato per niente facile, perché ci siamo occupati autonomamente di gestire ogni singolo aspetto: dalla logistica, alla parte tecnica, dalla promozione alla parte artistica. Abbiamo vissuto 4 giorni di puro delirio, tra stancanti sessioni di prove, ore di spostamenti in macchina e decine di volte in cui abbiamo trasportato, montato, smontato, caricato, scaricato tutta la strumentazione. Abbiamo dormito pochissime ore, ma per fortuna abbiamo goduto della proverbiale ospitalità del sud, tra ottimo cibo, tanto calore, buon vino e troppe birre. La cosa più bella è stato il calore del pubblico in tutti i contesti in cui abbiamo suonato: addirittura alcune persone che vedendo le locandine e i video promozionali, sono state incuriosite e hanno deciso di fare anche 100km di strada per venirci ad ascoltare. Non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere. E sicuramente non potremo mai essere abbastanza grati per tutto il supporto e l’affetto che stiamo ricevendo.
Siamo consapevoli che tenere in piedi un progetto musicale sia sinonimo di enormi sacrifici, spesso rinunce faticose, gestione di orari improponibili e tante delusioni. Ma vogliamo continuare a stancarci finché sarà possibile.

Consigliateci un pezzo (di altri artisti) che tutti dovrebbero assolutamente ascoltare. (motivare la risposta)

Mario: “Il Ballo Del Potere” di Franco Battiato, perché è un brano geniale, irriverente e provocatorio. Riesce a mescolare sapientemente sonorità e stili assai diversi, in un risultato esplosivo. L’intero album (Gommalacca) dovrebbe essere tra gli ascolti fondamentali di chi fa rock alternativo.

Salvatore: “Isn’t it a Pity” di George Harrison; è una delle tantissime pietre miliari di All Things Must Pass, a mio parere il miglior album post-Beatles (nonchè uno dei miei album preferiti in assoluto). Mi capita spesso di ascoltare questa canzone nel momento in cui sono al termine di una relazione, sentimentale o in generale umana. Il messaggio che trasmette è la triste presa di coscienza su quanto sia facile cadere nell’odio verso una persona un tempo amata, ed un invito indiretto a tramutare questo sentimento in arte piuttosto che in violenza.

Francesco: “A warm summer night” degli Chic; non una delle loro maggiori hit, ma sicuramente una canzone incisiva per la sua delicatezza, in grado di trasmettere forti emozioni con una strumentale soul raffinata e un testo breve cantato ripetutamente (puramente in funzione dell’armonia). Il tutto è in grado di catapultare l’ascoltatore in un’altra dimensione per 6 minuti.

Matteo: “Pandemia” di Kaos dall’album Karma del 2007. Non è soltanto una triste premonizione di uno dei periodi più bui del recente passato, ma un grido attualissimo pieno di rabbia contro le contraddizioni delle istituzioni, religiose in primis, scritto da uno dei poeti del primo movimento rap italiano. Imperdibile anche la versione RMX contenuta nell’album “Ministero dell’Inferno” che campiona Un Blasfemo di Fabrizio de André.

Marco: “Le pietre” – Voina.

 

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