lunedì, 6 Maggio, 2024

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Intervista su Radio City Light a SARA SGARABOTTOLO che ci presenta L’Ep d’esordio “CON I MIEI OCCHI”

INTERVISTA SU  RADIO CITY LIGHT

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Sara Sgarabottolo in occasione dell’uscita del suo EP d’esordio “Con i miei occhi”, nel quale ha scelto di raccontarsi attraverso cinque brani molto diversi. Il denominatore comune di queste canzoni è la dimensione di una rock band, l’immancabile presenza della chitarra acustica e il suo timbro di voce scuro e caldo. L’artista esplora vari aspetti di sé, affrontando problemi di cuore, momenti spensierati, insicurezze e l’intero turbine di emozioni legato al passaggio dall’adolescenza all’età adulta.

Quali sono i tuoi riferimenti musicali e in particolar modo nell’ambito cantautorale?

Lucio Battisti ha un posto speciale nel mio cuore (ma credo anche in quello di molti) insieme a Francesco De Gregori e Lucio Dalla. Il cantautorato italiano del passato è sempre una grande fonte di ispirazione per me, soprattutto per i contenuti e la forma dei testi. Della nuova scuola adoro Colapesce e Dimartino, in particolare “Afrodite”, che è un album di Dimartino di cui mi sono innamorata, per i suoi testi, per le sonorità e per l’originalità degli arrangiamenti.

Come nasce un testo, quali sono gli input che raccogli e che trasformi in parole da cantare?

Scrivere un testo è un’operazione delicatissima perché ci vuole davvero una precisione micidiale e infiniti tentativi per riuscire ad arrivare a quello che si vuole dire veramente. Secondo me, il rischio più grande che si corre è quello di dare forma ad un testo che non dice fino in fondo quello che si ha in mente e a quel punto non ci si emoziona. Io cerco di capire ancora prima di scrivere se vale la pena trattare un certo argomento: ho sempre paura di essere troppo autoreferenziale, per questo molte volte mi ispiro a quello che mi raccontano gli altri, alle loro storie, mettendoci poi un po’ del mio.

È da poco uscito il tuo nuovo EP. Puoi raccontarci qualcosa di questo lavoro?

In questo Ep ho raccolto le mie prime canzoni, le cinque che ritenevo più significative per il mio percorso. È un diario confusionario in cui ci sono naturalezza, incoscienza, paura e amore, raccontati nel modo più diretto possibile. Spontanea – e direi istintiva – è stata anche la scelta del sound, che abbraccia l’intimità del cantautorato e la dimensione di una rock band, i due mondi a cui sono più legata.

Quali sono i brani che più ti rappresentano?

Anche se tutti mi appartengono, forse il brano che più sento vicino è “Brava a vincere”, proprio perché io non sono affatto brava a vincere (sì, il titolo è ingannevole). Questa canzone racconta una storia lunga e tormentata, che però non muore. La storia in realtà me la sono inventata di sana pianta, ma era il mio pretesto per parlare della dipendenza emotiva. Per me, che sono sempre in cerca di un appoggio e di conferme, “Brava a vincere” è un po’ lo specchio che, attraverso la storia di qualcun altro, mi mostra quei lati più deboli di me, che emergono anche senza rendermene conto.

Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del progetto discografico?

Ho scritto i brani senza continuità, per questo ho occupato un arco di tempo piuttosto ampio. Per le registrazioni abbiamo impiegato qualche mese e parallelamente abbiamo lavorato alla direzione artistica dell’intero progetto, anche se quella era già avviata prima di cominciare a registrare.

Quali sono le collaborazioni che ti hanno aiutato alla realizzazione del disco?

L’Ep è stato prodotto da Cristopher Bacco dello Studio 2 di Padova e suonato dalla mia band, insieme ad altri fidati musicisti: Patrik Trizio Roncolato (anche co-produttore in “Non mi lasciare d’estate) e Carlo Stocchi alle chitarre, Massimo Tiene alle tastiere, Marco Mazzitelli al basso e Rocco Currado alla batteria. Giacomo Furlanetto e il suo violoncello hanno contribuito a creare un’atmosfera magica in “Tra il cuore e l’anima” e Miriam Zennaro ha creato un mondo attorno alle canzoni con i suoi video. Ho scelto di collaborare con coetanei per una questione di affinità, per la loro voglia di mettersi in gioco e perché senza esitare si sono tuffati con me in questo viaggio.

Se potessi avere la bacchetta magica, cosa desidereresti di più al mondo in questo momento?

Niente di epico, vorrei solo smettere di rimuginare sopra ogni cosa e costruire immensi castelli di carte, che poi nascono e muoiono nella mia testa. Sarebbe più che sufficiente.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Mercoledì 24 gennaio sarò al circolo Blow Up di Padova per suonare dal vivo i brani di “Con i miei occhi” e qualche inedito. Sarà un concerto in acustico, molto intimo, in cui verrò accompagnata alle chitarre da Patrik Trizio Roncolato. Nel frattempo, sto lavorando ai nuovi brani che spero di farvi sentire al più presto.

 

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