martedì, 30 Aprile, 2024

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Intervista ai CaBle21 su Radio City Light e ci parlano del loro nuovo disco dal titolo “Simbolatria”

Si intitola “Simbolatria” ed è pieno di riferimento sonori vintage il nuovo disco dei CABle21, formazione genovese che si era persa nel tempo e che si è di recente ritrovata. Abbiamo rivolto loro qualche domanda. 

 

INTERVISTA

Ci raccontate qualcosa di voi e del vostro nuovo album?

I CaBle21 sono Gazza (chitarre e tastiere), Zilva (basso e mixing) e Orlenz (voce e tastiere). Io (Orlenz) e Gazza avevamo una band, i CAB (Coscienza Al Bando). Quando suonavamo c‘era grande energia e una comunicazione estremamente intensa. Il nome attuale si riferisce a quell‘esperienza (CAB), la elle e la e stanno per last edition e 21 è l‘anno in cui abbiamo ricominciato. L’album è il lavoro della prima fase della nostra collaborazione, fino alla fine del 2022. Pensiamo che sia un lavoro ricco di musica e di idee e ci piace pensare che qualcuno si prenda la briga di ascoltarlo con calma, alla sera, per rielaborare la propria giornata.

Come descrivereste l’evoluzione del vostro suono rispetto ai vostri lavori precedenti?

Noi suonavamo insieme molti anni fa, ma questo è il nostro primo album. Sicuramente la vita che abbiamo alle spalle fa sì che nella nostra musica ci sia spazio per molte più esperienze e consapevolezze di quelle che avevamo da ragazzi.

Qual è il vostro processo creativo tipico per scrivere canzoni?

Gazza oppure io (Orlenz) abbiamo un’idea, può essere un riff o un testo e ci scambiamo i file finché non siamo convinti di quello che è uscito. Poi lo sottoponiamo a Zilva che aggiunge, commenta e critica e si occupa del mixing, suonando qualche volta il basso.

C’è una canzone in cui avete sperimentato con nuovi strumenti o suoni?

Facciamo largo uso di chitarre, come un tempo, ma oggi i suoni elettronici ti permettono di trovare soluzioni originali e esplorare nuovi territori. Cambiare un suono alla chitarra o le diverse sfumature che offre una linea di tastiera provando suoni differenti offrono una gamma di possibilità infinite, ad un certo punto devi saperti fermare e dire che va bene così, altrimenti rischi di entrare in un loop infinito.

C’è qualche artista o band con cui vorreste collaborare in futuro?

Il mio sogno è che qualcun altro voglia interpretare le nostre canzoni, mi piacerebbe darle ad una voce femminile. Le collaborazioni sono la base della vita, lavorare con altri significa comunicare, costruire insieme. Se qualcuno si farà aventi lo prenderemo in serissima considerazione.

Avete qualche aneddoto significativo legato a questo album che vi va di condividere?

La cosa più bella è stato lo stupore reciproco nel vedere quello che ci usciva fuori, quasi fosse un elemento estraneo a noi, L’autoproduzione fa sì che non dai il tuo lavoro in mano a nessuno, ma alla fine ci sembrava davvero una cosa troppo grande per essere uscita dalla nostra fucina.

 

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