venerdì, 26 Aprile, 2024

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Dheli “CITY PORNO” ci presenta il suo singolo e si racconta in questa intervista

DA M1LANO AL QUARTIERE A LUCI ROSSE DI AMSTERDAM,

UN RIFUGIO DALLA SOCIETÀ DEI SOCIAL CHE CI SBATTE IN VETRINA

Per il suo nuovo singolo, Dheli sceglie un titolo, una copertina e un immaginario volutamente provocanti. Lungi dall’essere un singolo “pornografico” o una mera trovata pubblicitaria (“sex sells”, recita un famoso detto del marketing), City Porno ci sbatte il sesso in faccia ma lo usa per portare avanti una metafora della società contemporanea.

In un mondo in cui per ogni attività dobbiamo essere sempre e compulsivamente connessi, è inevitabile venire bombardati dai messaggi, dalle foto e dai post che ci raccontano ogni dettaglio delle vite altrui pure quando non stiamo attivamente scrollando la home di un social (“mi faccio i cazzi tuoi anche se non voglio”, dice più schiettamente Dheli nel brano). Così come inevitabile è il processo opposto, quello di sentirsi sempre in mostra, mettersi a nudo di fronte a occhi che giudicano e ai quali non si possono dare spiegazioni, massimamente rappresentato dal funzionamento algoritmico di un social come Instagram.

È da questo che nasce l’immaginario del brano: la società contemporanea iperconnessa, di cui Instagram è un potente simbolo, ci mette costantemente in vetrina, come le donne nel quartiere a luci rosse di Amsterdam, imponendoci l’accettazione di un canone di perfezione così alta, che a volte sentiamo che ci manca “un po’ di quella roba lì”, un po’ di naturalezza con tutti i suoi difetti, perché “la roba vera è quella più importante”, dice Dheli. City Porno continua la ricerca di Dheli all’interno del filone “future vintage”, l’innovativo genere musicale creato tramite “una sorta di sincretismo fra elementi sonori tipici della musica anni ’80 e le evoluzioni più recenti del panorama musicale, senza paura di spaziare (e di non lasciarsi rinchiudere) fra rap, dance, pop e rock”, qui modulato sulla base di un beat reggaeton.

Vivo come mi pare, posso esser chi voglio in questa mia city porno /

E se mi va male chi se ne frega, tanto si sa che è bello sognare.”

BIOGRAFIA

Dheli (Gabriele Deliperi) è un artista emergente di La Spezia, attualmente stanziato a Milano dove studia Writing and Production al CPM Music Institute mentre lavora a diversi progetti fra cui il suo. Gabriele passa la sua adolescenza all’interno di svariate band; il suo ultimo progetto prima di trovare la sua strada è stato quello di ricoprire il ruolo di frontman nel gruppo Alchimia. Di quest’esperienza porta nel cuore la finale del contest Emergenza che l’ha portato a suonare sul palco dell’Alcatraz. Con il suo progetto solista Dheli ha partecipato come finalista al BMA2020 (Bologna Musica d’Autore, il contest organizzato da Fonoprint) esibendosi a Parco Villa Angeletti di Bologna. A novembre 2020 è selezionato tra gli artisti del Cecchetto Festival di Claudio Cecchetto, e dopo aver lavorato in una piccola etichetta indipendente (Indieca Records), fonda la propria realtà insieme al team di persone che lavora con lui: Snowball Music Group, dove si occupa di gestire le uscite discografiche di artisti emergenti e di curare la parte press delle loro release.

Ascolta anche i singoli M1lano e Future vintage!

INTERVISTA A  DHELI

Per il suo nuovo singolo, Dheli sceglie un titolo, una copertina e un immaginario volutamente provocanti. Lungi dall’essere un singolo “pornografico” o una mera trovata pubblicitaria, City Porno ci sbatte il sesso in faccia ma lo usa per portare avanti una metafora della società contemporanea. In un mondo in cui per ogni attività dobbiamo essere sempre e compulsivamente connessi, è inevitabile venire bombardati dai messaggi, dalle foto e dai post che ci raccontano ogni dettaglio delle vite altrui pure quando non stiamo attivamente scrollando la home di un social (“mi faccio i cazzi tuoi anche se non voglio”, dice più schiettamente Dheli nel brano). Così come inevitabile è il processo opposto, quello di sentirsi sempre in mostra, mettersi a nudo di fronte a occhi che giudicano e ai quali non si possono dare spiegazioni, massimamente rappresentato dal funzionamento algoritmico di un social come Instagram.

1. Come ti immagini la tua City Porno?

La city porno che mi immagino è esattamente come l’ho descritta nel brano, ovvero un posto poco normale dove nessuno ha addosso un vestito. Un posto dove siamo completamente messi a nudo e di conseguenza dove siamo costretti ad accettare le cose per come sono realmente. Basta finzione; m’immagino un posto dove la perfezione non è più una cosa oggettiva ma diventa un obiettivo e un limite soggettivo. Dobbiamo ritornare ad apprezzare un po’ la naturalezza delle cose, per quanto possano risultare imperfette.

2. Come descriveresti il future vintage a chi non ne ha mai sentito parlare?

Il future vintage è l’unione del “me” punk e del “me” dance. Non mi sono mai dato regole nel creare. E nel mischiare questi due generi, è venuta fuori una cosa fighissima: il future vintage.

3. Chi è Gabriele Deliperi e chi è Dheli, e chi ha la meglio quando litigate?

In realtà non mi piace separare le due persone, perché per me essere Dheli vuol dire rimanere fedele ai miei ideali e a quello che sono. Molto spesso si pensa che essere artista significhi avere due personalità per reggere il gioco, ma io rimarrò me stesso sempre. Io sono dell’idea che essere diversi dagli altri significhi non fare del male a qualcuno che te ne ha fatto, nonostante tu ne abbia l’opportunità. Questo è il mio modo di pensare.

4. Qual è il tuo rapporto con il sesso, inteso come immaginario sociale?

Per molti è ancora un argomento tabù: c’è imbarazzo e vergogna. Per me è un argomento normalissimo da affrontare e di cui parlare; per questo ho deciso di metterlo al centro del mio brano. Proprio per questa scelta sono sicuro che riceverò un sacco di critiche, ma sono pronto ad affrontarle nel migliore dei modi. Da qui anche il nome City Porno, in cui dal gioco di parole “city/siti”, si vuole far intendere il sito porno in cui tutti, di nascosto, si rifugiano quando… insomma, avete capito. C’è ancora troppa vergogna, quando è assolutamente normale parlare di queste cose.

5. Sei mai stato ad Amsterdam? Com’è? Può essere una City Porno?

Potrà sembrare assurdo ma no, non sono mai stato ad Amsterdam. L’idea di “city porno” nasce da un immaginario collettivo che come dicevo è quello del “sito porno”, e quale quartiere migliore del quartiere a luci rosse poteva rappresentare il mio singolo e il concetto che ci sta dietro?

6. E adesso cosa succederà?

Adesso è il momento di far entrare le persone in City Porno e spero si possano godere questo viaggio, perché ho appena iniziato!

 

DHELI
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