“Earth“ è il terzo album della cantautrice e producer Anna Soares, in uscita venerdì 1 Dicembre 2023 per LGR/fuoritempo, la sublabel di talentoliquido dedicata a proposte musicali di ricerca. Dopo aver esplorato sonorità sperimentali e cupe, adesso abbiamo davanti un album fresco e maturo: la melodic techno è sapientemente miscelata a linee vocali catchy e testi filosofici. La Madre Terra e la sua celebrazione mistica sono il tema fondante di un lavoro poliedrico e sfaccettato, spirituale, ma anche molto corporeo, nel quale Anna Soares ci regala la sua visione dell’umano e delle sue connessioni con gli spazi, con i corpi, e con le viscere dell’esistenza.
Abbiamo avuto il piacere di ascoltare i suoi pezzi e la sua voce, e di incontrarla ancora una volta. Ci ha raccontato cosa c’è dietro il suo disco “Earth”.
INTERVISTA
Che cosa volevi comunicare di te e della tua storia con questo nuovo album dal titolo “Earth”?
Earth è un album che parla poco di me, e molto dell’umano. Ho voluto celebrare la Madre Terra e tutto l’universo simbolico a essa legato, distaccandomi da me stessa e guardando a quell’essenza che ci accomuna tutti. Un grande inno alla spiritualità che parte dalle viscere e si esprime in ognuno di noi con sfumature diverse.
Che cosa significa essere una donna e fare musica elettronica oggi, che sembra non esserci spazio per tutti?
Lo spazio per tutti non c’è mai stato, a prescindere dal sesso dell’artista o dal genere che decide di esplorare. Le logiche del mercato hanno le loro oscillazioni, i loro pesi, le loro tendenze. Un ottimo esercizio, a mio avviso, potrebbe essere spostare la riflessione sugli investimenti reali che ad oggi un artista deve fare per fare un percorso di emersione serio e strutturato.
Sei attenta alle nuove uscite e alle line up dei festival o riesci a fare musica anche a prescindere da queste dinamiche?
Sto attenta alle nuove uscite dei generi e degli artisti che mi interessano, non ho interesse per le novità tout court. Creare per me significa dare uno spazio corporeo a un’idea identitaria, per cui non trovo intellettualmente onesto dare a quelle idee un vestito che non sento mio.
E come nasce un nuovo album di Anna Soares?
Parto sempre con un concetto, più o meno astratto, che voglio arrivi all’anima di chi ascolta. Per me un album è un viaggio, e deve essere solido e coerente. Dopodiché mi dedico alle prime produzioni, cercando di creare delle sinestesie tra quello che voglio esprimere e il sound design. La stesura dei testi avviene in fase finale, ed è una delle mie parti preferite, perché mi consente di iscrivere l’istinto in delle regole metriche che mi mettono alla prova. In ultimissima istanza lascio macerare i brani e li limo man mano con gli ultimi tocchi sonori.
