“Fantera” segna il ritorno discografico del pianista piemontese Alessandro Ravera, un inno all’amicizia rimasto chiuso nel cassetto per 20 anni.
Il brano è il primo estratto da “1776.”, un Ep che nasce da un desiderio di rinnovamento molto forte dell’artista, un racconto degli ultimi anni attraverso i suoni del pianoforte, alcuni sintetizzatori e percussioni.
Alessandro ci spiega piu dettagliatamente il suo singolo in questa breve intervista che abbiamo realizzato insieme a lui su Radio City Light!!
INTERVISTA
Alessandro, se dovessi presentare “Fantera” a chi non ti conosce ancora, cosa diresti?
Innanzitutto direi che l’idea originaria nacque con Filippo, il mio migliore amico, in una casa di campagna della sua famiglia materna, luogo in cui è sbocciata e si è consolidata la nostra amicizia. All’interno della casa trovammo per caso una vecchia pianola degli anni ’70, così decidemmo di provare ad attivarla per vedere se funzionasse. Fu lì che per la prima volta Filippo (non è musicista, ma strimpella il piano e ama moltissimo la musica) mi fece sentire il tema con cui inizia il brano. “Che te ne pare?” – mi chiese. Da lì nacque un primo accompagnamento fatto da me, che, insieme al tema iniziale, rappresenta le fondamenta dell’intero brano.
Il pezzo, dunque, rievoca quel periodo di vita, estremamente sereno e spensierato. Ma soprattutto il sentimento di amicizia di due persone che avrebbero poi sviluppato nel tempo un legame profondissimo e che ancora oggi perdura ed evolve. Credo che i rapporti di amicizia possano essere davvero forti, a volte anche più dei rapporti coniugali. D’altra parte, già Cicerone lo diceva… Verae amicitiae sempiternae sunt! (Le vere amicizie sono eterne!)
In che modo questo singolo ti rappresenta oggi?
Rispetto all’idea originaria, nata da due adolescenti che si divertivano a strimpellare insieme, oggi questo brano rappresenta una parte di me – musicale e non – più matura e consapevole. Attraverso la musica è come se tornasse a vibrare in maniera naturale ciò che lega me e Filippo. Si ritorna subito all’essenza, con la differenza che oggi è tutto più colorato, più arricchito dalle esperienze di questi anni, tutte cose che in qualche modo trovano espressione attraverso i suoni e colori utilizzati all’interno di questo singolo. Non so perché mi viene in mente un albero di aranci: dai primi piccoli germogli a tante arance colorate. Potremmo quindi dire una versione più matura e colorata di me?
Qual è la parte più difficile del tuo processo creativo?
Credo che il processo creativo sia la parte più stimolante e divertente, non l’ho mai visto come qualcosa di difficile. Ho iniziato ad approfondire più seriamente la musica proprio con l’idea di riuscire a esprimere e condividere qualcosa che avevo dentro e oggi più che mai so che è una cosa che mi riesce con estrema semplicità. Trovo se mai molto più difficile tutto ciò che viene dopo, ma sono convinto che se muniti di buona volontà, ci si possa creare un proprio e condivisibile sentiero.
C’è qualcuno con cui sogneresti di collaborare per un remix di FANTERA?
Assolutamente Jacob Collier! Sono svariati anni che sogno di fare musica con lui. So che un giorno potrà accadere. Per il momento penso a crescere e migliorarmi in maniera graduale e costante.
In una parola, cosa speri lasci questo brano?
Sorriso.