Guzzi è un cantautore toscano che sforna un singolo dopo l’altro: la sua “Gin Mare” è l’ultima pubblicazione di una carriera sempre più in ascesa. Gli abbiamo rivolto qualche domanda in merito.
INTERVISTA
“Gin Mare” sembra essere un brano allegro nonostante le tristezze. Come affronti il bilanciamento tra allegria e malinconia nella tua musica?
Ciao ragazzi! Mah, in realtà non lo affronto né lo gestisco, lascio andare la chitarra e la penna e vedo cosa succede!
Puoi condividere qualche aneddoto divertente o interessante dal processo di registrazione di “Gin Mare”?
Vi svelo un’amara verità; la prima volta che l’ho fatta sentire a Mirko (il mio produttore) Gin Mare aveva un andamento completamente diverso, diciamo che era una simil-ballad. Lui ascolta, io finisco di suonare e lui tuona “mi piace il testo, però che due cogl*oni”.
Qual è il tuo processo di scrittura delle canzoni e cosa ti ispira di solito?
In realtà non c’è un processo vero e proprio, diciamo che mi ritaglio del tempo e lascio andare penna e chitarra/pianoforte. Se viene fuori qualcosa di buono lo inseguo, altrimenti giro per casa col malumore di chi non ha scritto nulla 😂
Come vedi il futuro della musica indie in Italia e quali sono le sfide che gli artisti indipendenti devono affrontare?
Il futuro per la musica indipendente è nero, nerissimo secondo me. Diciamo che più che sfide sono vere e proprie missioni. Si decide tutto in base ai numeri; se sei ok per un’etichetta “vera”, se puoi suonare in giro, se sei adatto. Possiamo dire che ci siamo rotti il cazzo dei numeri o dobbiamo continuare a fare canzoni per i balletti di tik tok?
Hai mai ricevuto un feedback da un fan che ti ha particolarmente colpito?
La cosa che mi colpisce di più sono solitamente le persone che cantano le mie canzoni pur non conoscendomi, però ho conosciuto anche due ragazzi che si sono tatuati due strofe di una mia canzone.
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