venerdì, 23 Maggio, 2025

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Intervista su Radio City Light ai MONROE che ci presentano il loro nuovo singolo “MILANO BUDAPEST”

Il nuovo singolo dei Monroe, “Milano Budapest”, esplora un viaggio emotivo tra due città apparentemente diverse ma, a livello intimo, molto simili.

In questa intervista esclusiva per Radio City Light, la band ci racconta come queste due realtà urbane rispecchiano il loro mondo interiore, dove l’amore e la semplicità quotidiana diventano protagonisti. “Vivere con più calma” è l’invito di questo brano, che sottolinea l’importanza di riscoprire le piccole cose e coltivare relazioni autentiche. Il gruppo spera che “Milano Budapest” risuoni in chi si sente perso, portando un messaggio di sensibilità e connessione.

INTERVISTA

“Milano Budapest” è un viaggio interiore che attraversa due città simboliche: in che modo queste due realtà urbane riflettono il vostro mondo emotivo?

Sono due culture completamente diverse, quasi agli opposti, ma nell’intimità molto simili: tutti noi all’apparenza sembriamo diversi, ma quando sono le emozioni a trasparire siamo molto simili, nelle nostre fragilità, nell’amore, nella solitudine.

Scrivete che «ci circondiamo di mille cose», ma è l’amore a spingerci oltre. Che tipo di amore avete voluto raccontare in questo brano?

L’amore nei confronti delle persone che ci completa, ma non necessariamente che sia una fidanzata o una moglie o un marito. Ci sono quelle persone che dici, “ti passo a prendere…” e dimentichi tutto? Ecco questo è l’amore che vogliamo raccontare.

Nel testo si avverte un invito a rallentare e “vivere davvero”: quanto è urgente secondo voi, oggi, riscoprire questa dimensione?

Vivere con più calma permette di apprezzare le piccole cose, coltivare relazioni autentiche e dedicare attenzione a ciò che conta davvero. Quanto è urgente? Molto. È una priorità in questo momento storico.

Cosa vi ha ispirato nel descrivere “vite agli estremi” e “paesaggi quotidiani che ormai non notiamo più”? C’è un episodio concreto che ha acceso la scintilla?

Qualche anno fa abbiamo vissuto un periodo molto particolare, il covid. Eravamo prigionieri delle nostre mura di casa. A quel punto senti il bisogno anche di cose che in realtà, avendo sotto gli occhi tutti i giorni, non consideravi. E questi li puoi trovare a Milano, come a Budapest… In Giappone, come in Sudafrica…

In che modo sperate che “Milano Budapest” risuoni in chi l’ascolta, soprattutto in chi si sente perso o distante da sé stesso?

Non posso dire in che modo possa entrare nell’ascoltatore, abbiamo scritto la semplicità, il quotidiano, e chi ha un cuore sensibile non può rimanere indifferente.

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