venerdì, 30 Maggio, 2025

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Intervista su Radio City Light agli AABU che ci presentano il loro nuovo singolo “IN UNA TEMPESTA”

Gli AABU ci parlano del loro nuovo singolo “In una tempesta”, una traccia che esplora la fragilità emotiva di chi cerca di sopravvivere in una relazione tossica, mentre il mondo intorno affonda.

In questa intervista, scopriamo come la band ha evoluto il proprio sound, abbracciando l’elettronica e sperimentando nuove sonorità, con l’aiuto del produttore Simone Laurino. Un racconto che traccia il percorso di una band sempre in movimento, pronta a rinnovarsi e ad affrontare nuove sfide artistiche.

INTERVISTA

“In una tempesta” segna un passaggio importante nel vostro percorso musicale. Qual è stato il momento in cui avete capito che era arrivato il tempo di cambiare rotta sonora?

Il nostro percorso è sempre stato guidato dalla voglia di esplorare. Ci sono stati momenti dominati dalla distorsione e dal graffio, altri in cui il virtuosismo ha preso il sopravvento.

Oggi sentiamo l’urgenza di essere più diretti, immediati—come il battito ipnotico di una cassa in 4/4— e allo stesso tempo complessi, come la mappa infinita di possibilità che offre la musica elettronica. La sperimentazione è da sempre nel DNA di AABU, e non abbiamo alcuna intenzione di smettere.

In più, l’incontro con il gusto e le idee di Simone Laurino, che ha curato la produzione artistica del nuovo disco, è stato un vero e proprio detonatore.

L’inserimento di elementi elettronici rappresenta una novità per voi: quali sono stati i riferimenti o le ispirazioni che vi hanno guidati in questa direzione?

Non abbiamo avuto dei riferimenti rigidi. È stato un processo molto spontaneo.

Ma se dobbiamo fare dei nomi: Bonobo, Apparat, Monolink, RY X… e i nostri immancabili Manchester Orchestra.

Ci lasciamo ispirare da artisti che arrivano da mondi lontani, musicalmente e geograficamente.

Come si è trasformata la vostra scrittura musicale nel processo di sperimentazione?

La scrittura in sé è rimasta fedele alla nostra natura: spesso le canzoni nascono da una chitarra acustica o da un riff.

Il vero scarto è arrivato in fase di produzione e arrangiamento.

Oggi lavoriamo con synth analogici, sampler, drum machine e computer. Le classiche prove strumentali hanno lasciato spazio a lunghe sessioni di ricerca sonora, a volte quasi compulsiva. È un modo diverso di concepire la musica: meno “band in sala”, più “laboratorio sonoro”.

Il brano è un ponte con il vostro passato ma guarda anche al futuro: che tipo di sound dobbiamo aspettarci dai prossimi lavori?

Non facciamo mai troppi piani.

Ci stiamo divertendo molto con l’elettronica, ci stimola, ci sorprende, ma il mondo AABU è fatto di ispirazioni che arrivano all’improvviso.

L’unica certezza è che continueremo a esplorare.

Vi siete mai sentiti spaesati durante questa “tempesta” artistica, o è stato più un percorso liberatorio?

All’inizio è proprio come trovarsi in mezzo al mare “in una tempesta”: nessun punto di riferimento, solo onde di possibilità.

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