sabato, 4 Maggio, 2024

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Intervista su Radio City Light ad Henry Beckett che ci presenta il suo nuovo album “RIDING MONSTERS”

É uscito venerdì 17 marzo 2023 su tutte le piattaforme digitali “Riding Monsters”, il nuovo album di Henry Beckett, di ritorno dopo la pubblicazione del primo EP “Heights” nel 2017.

Nove tracce che solcano le onde del suo universo introspettivo e profondo. I testi dei brani hanno una forte ispirazione autobiografica e delineano un chiaro ritratto della personalità del cantautore milanese ma di anima americana. Henry è alla ricerca del suo posto nel mondo ed è in lotta costante con le difficoltà che fanno da freno al raggiungimento dei suoi obiettivi. Nonostante questo, in brani come Riding Monsters”, Some People Get Lost” o Blackbird” ciò che viene messo più in luce non è la frustrazione dovuta ai numerosi ostacoli, ma la voglia di conoscersi anche attraverso tali difficoltà in modo da familiarizzare con esse per trasformarle in qualcosa di positivo per sé. Vince dunque la forza e la voglia di rialzarsi sempre, combattendo il più possibile contro la rassegnazione e il senso di impotenza che spesso ci portano a rimanere seduti ad aspettare che sia il caso a spostare i nostri binari sul tracciato giusto. È proprio questo il pensiero che viene rappresentato nella foto di copertina, in cui primeggia, appunto, il bisogno di reagire prendendo il controllo degli eventi.

Musicalmente, nellintero viaggio di Riding Monsters, Henry Beckett rimane fedele alla tradizione americana dellalternative-rock e, in generale, al mondo anglofono cantautorale, portando lascoltatore ad immergersi in spazi sconfinati colorati da chitarre riverberate e dalla sua voce calda e sognante.

Curiosi del suo lungo periodo di assenza, lo abbiamo voluto intervistare.

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INTERVISTA

Mancavi un po’ dalle scene. Come mai hai scelto di tornare proprio adesso?

Più che una scelta, le tempistiche sono state dettate da una serie di eventi che hanno allungato il processo di produzione e rilascio del disco. L’anno della pandemia doveva essere quello in cui avrei pubblicato il primo singolo ma, data la situazione, mi sono convinto ad aspettare. Questa autoimposizione si è rivelata poi una buona strategia perché mi ha permesso di entrare in contatto con un’etichetta che ha creduto in me e che mi sta sostenendo. Inoltre, ora penso ci possano essere più opportunità per promuovere “Riding Monsters” rispetto al periodo Covid. Quindi direi bene che sia andata così!

Sappiamo che il live al Biko di Milano, dove hai presentato dal vivo il tuo nuovo album “Riding Monsters”, è stato molto intenso. Da quanto non ti esibivi con la band? E che cosa è cambiato dal lontano 2017, con il tuo precedente EP?

L’ultima occasione in cui mi sono esibito con una band è stata proprio durante la promozione del mio primo EP “Heights”. Da lì ad oggi ho suonato principalmente in solo, ad eccezione di qualche concerto in duo semiacustico. Per l’appunto, ciò che è cambiato dal 2017 è chi mi accompagna sul palco, come è normale che sia per un progetto solista. A volte questi cambiamenti sono numerosi e possono essere un po’ dispersivi e destabilizzanti per la continuità del progetto. Tuttavia, sono ogni volta ottime occasioni per confrontarsi con più persone possibili e maturare musicalmente.

Al Biko mi sono presentato con due musicisti conosciuti da relativamente poco: Giuseppe Lai, chitarrista, e Mariano Restivo, batterista. Il risultato è stato una soddisfazione enorme per tutti e tre e ora spero di avere tante occasioni per suonare in giro il mio nuovo album con loro.

Cosa c’è di autobiografico in questo disco? E in che modo la musica per te è anche un lavoro di auto-psicanalisi? Cos’hai scoperto di te in questo periodo?

Tutte le canzoni dell’album hanno qualche aspetto autobiografico. In molti testi ricalco la mia personale ricerca del mio posto nel mondo, dipingendomi mentre inseguo i sogni e le passioni che mi hanno caratterizzato fin da piccolo.

Di questo percorso evidenzio spesso le difficoltà, i rischi, le frustrazioni e i passi indietro da fare ad ogni passo avanti. Ugualmente, però, in ogni brano c’è uno spunto di speranza, come il credere che la determinazione sia la formula giusta per raggiungere i propri obiettivi, o che la parte più appagante di questa indagine su di sé sia il viaggio e non l’arrivo. Sono bei concetti che purtroppo riesco poco ad abbracciare nella quotidianità. Quindi per me è terapeutico, almeno in parte, poter ricordarmene riascoltandomi in queste canzoni che tanto amo. Spero prima o poi di rendere queste idee veramente mie, comportandomi di conseguenza.

Nel mentre, quello che ho scoperto è che sono veramente testardo e che non esiste modo di farmi deviare dal cammino artistico che ho intrapreso.

Quali sono i tuoi riferimenti alternative rock nella scena americana contemporanea? E quale potrebbe essere una tappa imprescindibile di un ipotetico tour oltreoceano?

I miei riferimenti principali si diramano principalmente dall’ascolto di Ryan Adams, il cui approccio intimista e romantico è sempre stato fonte di ispirazione per la scrittura dei miei brani. Sono un grande appassionato anche di band come The War On Drugs, Kevin Morby o i Death Cab For Cutie, e un mio grande desiderio è entrare a far parte del loro mondo, toccandolo spero di persona in un futuro prossimo. Una tappa immancabile potrebbe essere Nashville, la capitale della musica country, che sebbene non sia il genere focus delle mie produzioni è senz’altro all’origine di tutto quello che musicalmente mi appartiene.

Le difficoltà dell’essere un artista indipendente sono forse aumentate?

È senza dubbio sempre più difficile. La vastissima offerta musicale di cui oggi si dispone rende molto remota la possibilità di distinguersi in modo netto. Inoltre, i costi necessari per l’investimento su un progetto musicale sono un ostacolo non trascurabile che ritarda inevitabilmente l’uscita dei propri lavori. In più, io mi sono imbarcato in una scommessa oltremodo scomoda, ovvero quella di puntare su genere che appartiene più all’estero che all’Italia. Ma come dicevo sono testardo, perciò continuerò a insistere.

https://www.instagram.com/_henrybeckett_/

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