INTERVISTA
Parlaci un po’ di te: chi sei, da dove vieni, come ti sei avvicinato alla musica?
Sono un musicista di Pozzuoli (Napoli) con un po’ di gavetta alle spalle, suono da quando sono ragazzo e la musica è sempre stata nei miei pensieri.
Ho iniziato nelle band della base nato di Bagnoli come turnista per i cantati che passavano per la base. Poi ho militato per 20 anni in un noto gruppo blues napoletano, i blue stuff, con cui ha collaborato anche Edoardo Bennato.
Ho iniziato a studiare la chitarra perché amavo i gruppi hard rock ed heavy metal dell’epoca, poi, studiando le radici del fraseggio di questi grandi chitarristi ho scoperto il blues, e da lì non ho più smesso
A chi consiglieresti, in particolare, l’ascolto di “’O Vestito”?
A chi vuole ascoltare un brano particolare, in stile gospel ma con il testo in napoletano e con l’ironia di chi ama non prendersi sul serio.
Come è cambiata la tua musica nel corso del tempo?
È cambiata tanto, a mio avviso la televisione, soprattutto quella commerciale, ha purtroppo appiattito ridotto molto il pubblico della musica “non mainstream” azzerando gli spazi, e quindi le possibilità di sopravvivenza della musica di qualità in generale (musica d’autore, jazz, classica, ecc…)
Non mi considero certo un nostalgico, ma molti anni fa c’erano trasmissioni come DOC in cui ti poteva capitare di vedere Pat Metheny come Pino Daniele ecc… quel mondo lì sinceramente non lo ritrovo più oggi.
Consigliaci un pezzo (di altri artisti) che tutti dovrebbero assolutamente ascoltare.
Summertime, versione di Lonnie Johnson del 1961.
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