domenica, 5 Maggio, 2024

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Intervista su Radio City Light a LARA PUGLIA che ci presenta il nuovo singolo “HO VISTO NINA VOLARE”

Lara Puglia vanta una nutrita carriera musicale e teatrale, la sua vocalità intensa e raffinata è sempre alla ricerca di nuove storie da raccontare attraverso il corpo, il suono e la parola. Nasce come performer in ambito musical e si distingue in seguito come originale interprete nonché autrice di progetti musicali tra jazz e canzone d’autore.

Nel 2012 arriva in semifinale al Radio Bruno Contest dello stesso anno con il suo primo progetto inedito prodotto dalla Senza Dubbi record di Massimo Bettalico, nel 2014 ottiene una candidatura alle Targhe Tenco nella sezione interpreti con un inusuale omaggio a Joni Mitchell, nel 2015 prende parte alla vittoria del Premio Ubu con il Progetto Ligabue del pluripremiato regista Mario Perrotta. Ha all’attivo centinaia di spettacoli, ha pubblicato ben quattro progetti discografici come solista, nell’ultimo anno ha aperto numerosi concerti di prestigiosi nomi del panorama nazionale, tra cui Pierpaolo Capovilla e Cristiano Godano. È docente di Canto Moderno presso il Conservatorio di musica Gaetano Donizetti di Bergamo.

In occasione dell’uscita del singolo “Ho visto Nina volare”, abbiamo avuto il piacere di intervistare Lara Puglia.

 

INTERVISTA

Quali sono i tuoi riferimenti musicali e in particolar modo nell’ambito cantautorale?
Questa è una domanda impegnativa! In realtà non ho mai avuto veri e propri miti ma sono sempre stata piuttosto onnivora, ho rubato un pò qua e un pò la, con periodi di forte innamoramento per un artista o per un genere e poi via verso nuovi orizzonti musicali, dall’opera lirica al cantautorato, dal jazz al musical. Ad ogni modo, per rimanere in ambito jazz e cantautorale, potrei citare Maria Pia De Vito e Joni Mitchell, delle quali ho letteralmente consumato quel meraviglioso omaggio alla canzone napoletana intitolato Nauplia e poi Mingus omaggio d’oltreoceano al famoso contrabbassista jazz. Ma potrei citare anche nomi come Noa oppure Chiara Civello

Come nasce un testo, quali sono gli input che raccogli e che trasformi in parole da cantare?
Quando scrivo pezzi miei i testi nascono spesso sull’onda di un ricordo oppure raccontano di uno stato d’animo attuale. Possono arrivare in qualunque momento della giornata, mentre passeggio in un contesto che mi suggestiona così come al risveglio da un sogno. L’elaborazione e l’ottimizzazione avviene poi quando incastro musica e parole, e allora l’una e l’altra si compenetrano e decidono loro il risultato finale. A volte amo anche rielaborare poesie e testi letterari, come mi è successo nel caso del pezzo Luis Velasco che descrive uno stralcio di Racconto di un naufrago di Gabriel Garcia Marquez, oppure nel caso di un nuovo pezzo che deve ancora essere pubblicato scritto rielaborando una poesia di Alda Merini sull’amore.
Amo anche scrivere testi su pezzi strumentali, come è accaduto con Strange meeting di Bill Frisell, chitarrista che adoro, le cui melodie sono sempre riconoscibili e hanno un sapore unico

È da poco uscito il tuo nuovo singolo. Quale messaggio vuoi trasmettere e, soprattutto, qual è stata la molla che ti ha spinto a scegliere questo pezzo?
Anche in questo pezzo, come nei precedenti due che ho da poco pubblicato, De André si occupa degli emarginati, dei più fragili, di coloro che si ritrovano in condizioni svantaggiate come capita molto spesso alle donne, come capita a Teresa, per questo l’ho scelto. De André si riconferma poeta degli ultimi, il Caravaggio del cantautorato italiano, come amo definirlo. Questo è un album in cui le storie affiorano dalla penombra, con i volti illuminati da un fascio di luce fatto di parole che con brevi tratti ne descrivono la fisionomia e la psicologia. Si aggiungono poi alcuni elementi teatrali di contesto, come nei dipinti del pittore borderline per eccellenza, estrapolate da quel luna park di sregolatezze che rappresentava in quegli anni la riviera romagnola, la terra promessa del divertimento e della trasgressione. Teresa fa parte di quel panorama e vive sulla sua pelle il giudizio degli altri, paga le proprie scelte, sconta le proprie colpe. Un’anima fragile che di notte nel buio si trasforma, che in un attimo rischia di perdersi, e poi trascinarsi per una vita intera. Questo pezzo risuona in modo particolare nella mia testa, tra i ricordi di quegli anni passati in Romagna che mi hanno lasciato sensazioni al tempo stesso struggenti e meravigliose. Un frammento di cuore rimasto incastrato tra le colline e il mare, sempre lì ad attendere un mio ritorno.

Il brano farà parte di un album?
Sì, i tre pezzi cui mi riferivo prima fanno parte di un ep intitolato Live al Teatro De André

Quali sono le collaborazioni che ti hanno aiutato alla realizzazione del brano?
Sicuramente il contributo del pianista Luca Savazzi è stato fondamentale. Con grande intelligenza e sensibilità Luca ha saputo cogliere le atmosfere dei brani e ogni mia sfumatura interpretativa, sfruttando tutte le potenzialità del pianoforte, dinamiche e timbriche. Inoltre, l’esecuzione dal vivo ha lasciato grande spazio all’interplay con la voce, e anche quelle piccole imprecisioni, ritardi, variazioni che si sono verificate in maniera del tutto spontanea ed estemporanea hanno determinato un valore aggiunto importante. Infine, il pubblico… nella performance dal vivo, molto dipende anche da questa entità misteriosa che contribuisce a stimolare emozioni, far nascere nuove interpretazioni, in uno scambio di energia e sentimenti unico e irripetibile

Se potessi avere la bacchetta magica, cosa desidereresti di più al mondo in questo momento?
Potrei anche rispondere nulla di più di ciò che già ho! Perché sono veramente felice di ciò che faccio e vivo seguendo soprattutto il mio benessere interiore. La musica rappresenta una risorsa straordinaria, umana e intellettuale. Ecco, forse servirebbe solo qualche vita in più per godersi proprio tutto!

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Vorrei produrre e pubblicare altri singoli dedicati ad altri cantautori che amo, ad esempio un altro grande cantautore genovese che è Piero Ciampi, ma vorrei anche cimentarmi in nuove collaborazioni e l’idea sarebbe quella di realizzare dei duetti con amici e colleghi cantanti che ho avuto modo di conoscere negli ultimi live ma non solo. Poi abbiamo in serbo il nuovo progetto inedito che nella sostanza è già pronto ma ha bisogno di essere curato e arrangiato in maniera cauta e ponderata, con l’aiuto di musicisti e collaboratori che siano in sintonia con il mio stile e la mia poetica.

 

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