mercoledì, 16 Luglio, 2025

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Intervista su RADIO CITY LIGHT a CAMPI che ci presenta il nuovo singolo “TUTTO A POSTO”

Nel suo nuovo singolo “Tutto a posto”, Campi esplora il significato di una domanda semplice ma spesso evitata: “Come stai?”. Con uno sguardo attento alle incertezze del contesto sociale e storico attuale, il brano invita a riflettere sulle risposte superficiali che diamo, contrapponendole alla realtà più complessa che viviamo.

Nell’intervista, l’artista racconta le sue influenze musicali, che spaziano dai grandi cantautori italiani come Dalla e Cremonini ai leggendari Beatles, e ci spiega come ogni brano nasca da esperienze personali e spunti di riflessione sul mondo che lo circonda. Con la collaborazione di Enrico Dolcetto ed Emanuele Cotto nella produzione, il singolo prende vita con un sound che cattura il messaggio profondo del testo.

INTERVISTA

Quali sono i tuoi riferimenti musicali e in particolar modo nell’ambito cantautorale?

Da bolognese sono naturalmente cresciuto ascoltando la scuola di Dalla, Cremonini, Bersani, Carboni …

Hanno sicuramente influenzato il mio modo di fare musica.

Una caratteristica che penso abbiano in comune è la capacità di unire la profondità alla leggerezza. Oltre ai più importanti cantautori italiani ho sempre avuto poi come riferimenti internazionali grandi artisti che hanno segnato la storia, i Beatles e David Bowie su tutti.

Avendo poi avuto occasione di collaborare come autore con altri autori, artisti e produttori con background diversi ho avuto la possibilità di farmi contaminare da generi, stili e modi differenti di pensare la musica.

Queste esperienze mi hanno aiutato a sperimentare e a cercare di costruire in maniera sempre più chiara una mia identità.

Come nasce un testo, quali sono gli input che raccogli e che trasformi in parole da cantare?

Quando si parla di fare musica credo non esistano regole assolute. Per quanto mi riguarda ogni canzone ha una storia a sé.

Alcuni testi nascono da episodi della mia vita, incontri che stimolano la mia fantasia oppure semplicemente spunti di riflessione sulla realtà che mi circonda. L’idea può venire da una lettura che ho fatto, una conversazione, una emozione che provo e sento la necessità di esprimere in musica…

Se penso ai miei brani hanno tutti un’origine molto diversa: ‘Leggera’, per esempio, è nata sul banco di scuola ispirata dalla leggerezza delle lezioni americane di Calvino, ‘Beviamo un caffè’ è il racconto di un particolare incontro che ho avuto con una ragazza che dalla provincia si era appena trasferita a Milano, ‘Non moriremo mai’ è un flusso incessante di ricordi, emozioni, momenti del mio vissuto che sono usciti in maniera naturale in pochi minuti.

‘Tutto a posto’ riguarda invece più in generale il mio sentire in questo momento storico ed ha uno sguardo più ampio.

È da poco uscito il tuo nuovo singolo. Quale messaggio vuoi trasmettere e, soprattutto, qual è stata la molla che ti ha spinto a scrivere questo pezzo?

Nasce da una domanda molto semplice che ci facciamo continuamente: come stai? Come stiamo?

Rispondiamo senza pensarci troppo “tutto a posto”.

Ho provato allora a rispondere davvero.

Oggi più che mai il momento storico che viviamo e le dinamiche del contesto sociale colpiscono il mio stato emotivo. Quindi lo sguardo è verso ciò che stiamo vivendo. Siamo di fronte ad un periodo di incertezza senza precedenti. I rapporti interpersonali e quelli tra i paesi sono instabili, imprevedibili e appare più difficile ricomporre i conflitti, più fragili gli strumenti e la volontà per farlo.

Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del singolo?

La musica è nata ad inizio aprile, successivamente ho lavorato al testo cercando di sviluppare l’idea che avevo e i concetti che sentivo il bisogno di esprimere.

Ho poi lavorato nel mese successivo con i musicisti e produttori con cui collaboro per cercare insieme il vestito più adatto a veicolare il senso del brano.

Quali sono le collaborazioni che ti hanno aiutato alla realizzazione del brano?

Ho lavorato con Enrico Dolcetto, un bravissimo musicista e produttore con cui ho condiviso tantissime belle esperienze dal vivo (tra cui forse la più entusiasmante è l’apertura del concerto di Vasco Rossi a San Siro).

Abbiamo poi collaborato alla produzione con Emanuele Cotto (Etta). È un produttore fortissimo ed anche con lui abbiamo partecipato insieme a tanti brani a cui ho collaborato in veste d’autore. Tra questi la scrittura del brano ‘Mezzocielo’ di Ilan che ha cantato alla scorsa edizione di Amici di Maria De Filippi e ‘Se ci lasciassimo domani’ di Angie che ci hanno dato delle bellissime soddisfazioni.

Le chitarre elettriche invece sono di Giacomo Savioli e al mix e master ha lavorato Pietro Cuniberti.

Sono tutti dei fantastici professionisti e sono soddisfatto dell’ottimo lavoro che è stato fatto.

Se potessi avere la bacchetta magica, cosa desidereresti di più al mondo in questo momento?

Difficile rispondere… purtroppo non ho una bacchetta magica. Ho però una chitarra e una penna e mentre scrivo proverò a rispondere a questa domanda all’interno delle mie canzoni.

Più che quello che desidero forse in realtà mi sto domandando in questo contesto così complicato cosa va salvaguardato e in che modo.

È questo uno dei temi che sento la necessità di provare a sviluppare nei miei prossimi brani.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sicuramente suonare e portare in giro la mia musica. Questa estate ho in programma una serie di concerti, per chi volesse seguirmi comunicherò tutti gli eventi sulle mie pagine social.

In più sto lavorando a tanta musica nuova che non vedo l’ora di farvi ascoltare!

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