Biagio Andrea esplora il delicato tema della fine delle relazioni con il suo ultimo singolo “Ed ecco la libertà”.
Attraverso una narrazione emotivamente carica, il brano affronta l’assenza che segue la separazione, esplorando il vuoto emotivo e le sfide della libertà ritrovata. Con una profonda sensibilità artistica, Biagio ci guida attraverso il percorso di elaborazione di questa libertà non voluta, cercando la serenità in un periodo di turbolenza emotiva. Un viaggio musicale che invita l’ascoltatore a riflettere sulla natura dell’amore e della crescita personale.
INTERVISTA
Quali sono i tuoi riferimenti musicali e in particolar modo nell’ambito cantautorale?
Non penso esista una risposta univoca. Sicuramente rock e musica pop. Ma ascolto tanti generi diversi uno di seguito all’altro. Ascolto musica jazz, musica pop di diverse annate, musica rap, trap, indie. Sì, ascolto anche trap perché sono convinto che sia un’espressione di dissenso.
Come nasce un testo, quali sono gli input che raccogli e che trasformi in parole da cantare?
A volte torno a casa e mi accorgo che nella mia testa c’è un silenzio tremendo. Prendo un foglio, una penna e inizio a scrivere. Le prime parole sono forzate. Man mano che continuo la scrittura esce e come un gomitolo lanciato si srotola. Il silenzio va via, rimane un testo. Qualche volta diventa canzone.
È da poco uscito il tuo nuovo singolo. Quale messaggio vuoi trasmettere e, soprattutto, qual è stata la molla che ti ha spinto a scrivere questo pezzo?
Ad un certo punto, nella vita di ognuno di noi, si tira una summa di ciò che si è fatto. Credo sia necessario per dare un seguito al nostro futuro. Ed ecco la libertà, parla delle difficoltà che ho avuto, di quanto complesso è stato trovare la serenità, di come le domande si accavallassero e come binari all’orizzonte sembrassero dare una soluzione, ma che in realtà è solo pura illusione, perché sono le domande stesse a generare il problema. Ed ecco la libertà è la mia ricerca della felicità.
Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del singolo?
In realtà non molto. Ma credo che la minuzia e la ricerca dei dettagli sia stata maniacale al punto da allungare considerevolmente il tempo di produzione. Sono molto soddisfatto.
Quali sono le collaborazioni che ti hanno aiutato alla realizzazione del brano?
Ho collaborato con Vittorio Valenti e Sabatino Salvati. Con il primo la collaborazione è stata istantanea. Con il secondo non ho mai collaborato direttamente, ma da remoto. Il suo tocco si percepisce sicuramente ed è probabilmente Colui che ha dato il valore aggiunto a questo brano.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sicuramente fare musica e continuare a scrivere. Chi vivrà vedrà!



