INTERVISTA
Ecla è nata in sala prove da un semplicissimo riff di chitarra a cui si è aggiunto un drumbeat e il “tema” vocale che si può sentire nell’intro. Il ritornello è stato invece scritto a quattro mani con il produttore e chitarrista Marco Benz Gentile in fase di pre–produzione del disco.
Ecla non è stata influenzata da nessun brano in particolare. Sicuramente di ispirazione nella nascita del pezzo è stato l’uso di voci “pitchate” che ricordano quelle di un bambino o di un adolescente che si faceva in alcune produzioni new roots giamaicano a cavallo fra gli anni ‘00 e gli anni ‘10, di cui l’intro è un richiamo. Il sound è chiaramente influenzato dalla dancehall giamaicana e da certo pop à la Major Lazer per intenderci, mentre le linee vocali sono influenzate da certo ragamuffin e certa trap per quanto riguarda la scelta del flow “in levare”.
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Quanto la scena musicale di Torino e della sua provincia ha influenzato e influenza la band e i suoi progetti?
Essendo nati a Pinerolo (TO), patria degli Africa Unite, la più importante e longeva band reggae italiana, nonché di una fra le tante incarnazioni punk anni ‘90 più leggendarie a nostro parere, I Fichissimi, siamo praticamente nati respirando reggae, punk, ska-punk e garage rock, in anni e in un ambiente, per quanto provinciale, comunque strabordante di band, stimoli, influenze… insomma di cultura e, soprattutto,sottoculture musicali. Quindi la risposta alla vostra domanda è: tantissimo.
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Avete già un vasto curriculum di live e concerti, anche in giro per l’Europa. Avete un aneddoto particolare in riferimento a una vostra serata “indimenticabile” in questi anni?
Tantissimi e nessuno, per rispondere con una frase fatta. C’è ad esempio un rapporto di affetto che dura da anni ormai col pubblico tedesco, che noi adoriamo. La risposta quando suoniamo in Germania è sempre incredibile per noi. Ma i concerti più magici probabilmente rimangono quelli a casa, a Pinerolo. La nostra musica parla tanto di Pinerolo, e suonare a casa è sempre l’emozione più grande.
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