mercoledì, 28 Maggio, 2025

Ultimi articoli

Intervista a VALENTINA INDELICATO su Radio City Light che ci presenta il suo nuovo singolo “BLUETTE”

Con “Bluette”, Valentina Indelicato apre un nuovo capitolo del suo percorso artistico, scegliendo di mettere al centro la fragilità come atto di forza e consapevolezza.

Il brano, intimo e riflessivo, racconta un momento di passaggio: quello in cui ci si guarda dentro e si decide di ripartire, nonostante le cadute. Girato a Catania, il videoclip mostra una protagonista sola ma non smarrita, capace di trasformare il silenzio e la solitudine in occasione di rinascita.

Abbiamo intervistato Valentina per esplorare con lei il significato profondo di questo nuovo singolo, tra autenticità, ascolto interiore e il coraggio di restare fedeli a sé stessi.

INTERVISTA

In “Bluette” emerge una voce femminile che affronta la fragilità senza nasconderla: quanto è importante per te raccontare anche questa forza?

Tantissimo. Spesso la fragilità è vista come un aspetto negativo della propria personalità, una caratteristica da contrastare e combattere. Invece credo che questa, in alcuni casi, possa essere addirittura speranza, salvezza e forza: credo sia bello essere e sentire tutto ciò, così come esserne consapevoli per comprendersi e per lavorare su se stessi, su una propria migliore versione di sé. In una società che vive e sopravvive di apparenze, di giudizio e della ricerca assoluta della perfezione, è sempre più difficile accettare di essere imperfetti e di vivere situazioni altrettanto imperfette, le quali però, non solo fanno parte di noi (quindi del nostro vissuto, del nostro carattere, dei nostri pensieri), ma possono offrire tantissime occasioni per ricominciare da capo quando ne sentiamo il bisogno: perché non è mai troppo tardi per rialzarsi da una caduta, per quanto brutta possa essere e per quanto il tempo per ricomporre i pezzi possa essere più di quello previsto.

La protagonista del video è sola ma non smarrita: credi che la solitudine possa essere una forma di rinascita?

Sì, i momenti di solitudine, secondo me, possono aiutare ad ascoltarsi meglio dentro e a capirsi, in taluni casi anche a ricomporsi: stare bene con se stessi penso sia, poi, il primo passo per imparare a relazionarsi con gli altri.

Come si costruisce un’identità artistica che sia fedele a sé stessa, anche quando non ha ancora tutte le “istruzioni d’uso”?

Non saprei rispondere con precisione, è più una cosa che penso si senta addosso. Quando qualcosa risuona dentro, allora si capisce che è la strada giusta da prendere o che il passo da compiere è coerente con la propria essenza, con le proprie frequenze. Credo che la parola più importante sia ‘autenticità’, e che questa si concretizzi restando fedeli a se stessi nel tempo. Nei momenti in cui poi i pensieri sono contorti o ingarbugliati tra loro, allora lì credo sia il corpo – e, nello specifico, la voce – ad aiutarci a trovare, attraverso le sensazioni, la strada più giusta.

Hai mai sentito la pressione di dover scegliere tra razionalità e istinto nel tuo percorso creativo?

Alcune volte, sì. Può capitare – e mi è capitato – che a volte ragione e cuore entrino un po’ in contrasto, anche perché sono una persona tendenzialmente riflessiva. In tutti questi casi, però, il cuore poi ha avuto sempre la meglio, e non solo nella musica: è proprio uno stile di vita.

Che consiglio daresti a una ragazza che oggi si trova nel suo “punto zero”?

Non mi sento di riportare un consiglio specifico, perché penso che ognuno abbia delle situazioni, delle battaglie tutte personali per cui ogni parola generica sarebbe superflua. Mi piacerebbe, però, sottolineare quanto questo sia comune e umano, quanto l’imperfezione sia normale e quanto ricominciare non sia motivo di vergogna o segno di sconfitta; ma, ancora di più, mi preme dire quanto insieme e in condivisione tutto possa pesare meno, quanto sentirsi meno soli e, anzi, parte di qualcosa, possa dare sollievo.

SOCIAL Facebook | Instagram | TikTok | YouTube | Spotify

 

Latest Posts

Da non perdere