INTERVISTA
Parlaci un po’ di te: chi sei, da dove vieni, come ti sei avvicinata alla musica?
Sono una cantautrice marchigiana, ma vivo a Londra da ormai 6 anni. Sono cresciuta con le favole di mia nonna, con Pavarotti che canta “Vincerò” in macchina di mio nonno, con i cantautori italiani che riempivano il silenzio di casa, con mio papà che mi canta “Non ho che un canto” e io che fingo di essere Biancaneve, e con mia mamma che mi chiede di fischiare da dentro la culla quando non sapevo ancora nemmeno parlare. La mia svolta musicale e di vita è stata la decisione di trasferirmi a Londra e di studiare musica professionalmente: nonostante in Italia avessi già ottenuto dei bellissimi risultati – sono stata finalista a Castrocaro nel 2013 e vincitrice di Area Sanremo nel 2015 – Londra ha aiutato a definire la mia identità musicale, e ogni giorno contribuisce ad aprirmi la mente, ascoltando musica live di ogni tipo nelle più svariate venue Londinesi.
A chi consiglieresti, in particolare, l’ascolto di “Dignità Rubata”?
Dignità Rubata è per tutte quelle persone che hanno vissuto o stanno vivendo un momento di difficoltà, che hanno una ferita aperta che non sanno come rimarginare. Spero che questa canzone faccia sentire tutte queste persone un po’ meno sole, più ascoltate. Questo è il potere della musica: unisce.
Come è cambiata la tua musica nel corso del tempo?
Sono passata dalle magnificenti ballads – che tutt’ora mi riempiono il cuore – alla musica elettronica, da suoni più analogici a quelli più moderni e digitali. Quello che non è cambiato, è il motivo per cui faccio musica, che è un po’ il filo conduttore delle mie canzoni: cercare di esprimermi per avvicinarmi a chi mi ascolta, condividendo le mie esperienze, le mie emozioni e i miei modi per superare ogni difficoltà a testa alta e a cuor sereno.
Consigliaci un pezzo (di altri artisti) che tutti dovrebbero assolutamente ascoltare.
A mio parere, una canzone che non si può non conoscere è Samarcanda di Roberto Vecchioni. Questo pezzo per me è stato il corrispettivo musicale di Matrix: mi ha aperto gli occhi sulla vita, sul destino, su tutto ciò che ci spaventa, ma che fa parte della nostra umanità.
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