mercoledì, 1 Maggio, 2024

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Fuori da venerdì 20 gennaio 2023 su tutte le piattaforme di streaming Meconio, il primo album di Ubertone.

Fuori da venerdì 20 gennaio 2023 su tutte le piattaforme di streaming Meconio, il primo album di Ubertone. Con questa raccolta, che spazia da intense ballate introspettive a piccole narrazioni caratterizzate una componente umoristica, il cantautore rodigino ci introduce al suo peculiare mondo poetico fatto di forti chiaroscuri, musicali ed emotivi.

“Il meconio è la prima deiezione del neonato, in termini più prosaici la nostra prima cagata. Questo titolo me lo porto dietro da quando ho iniziato a scrivere canzoni. Mi dicevo: quando pubblicherò un disco lo chiamerò Meconio! Nel corso degli anni la tracklist è cambiata completamente: mano a mano che scrivevo canzoni che reputavo migliori, toglievo quelle vecchie. Non so nemmeno quante liste, sempre diverse ho scritto nel corso degli anni. Su quaderni, postit, tovaglioli, ovunque.  E così alla fine, tutte le canzoni originali sono cambiate ma il titolo è rimasto. Meconio è un po’ la mia nave di Teseo. Per questo l’album contiene più generi: la composizione si è stratificata negli anni. Il collante, a mio modo di vedere, risiede soprattutto nella scrittura.”

 

Scopri il disco su Spotify: https://spoti.fi/3J2gd54

 

Gli arrangiamenti sono stati affidati a Graziano Beggio che ha prodotto e tutte le canzoni ad eccezione di Siamo Animali, arrangiata e prodotta da Roberto La Fauci, e Caro Diario, autoprodotta da Ubertone. Ugo Bolzoni ha mixato Non mi manchi per niente e Despar e ha curato la registrazione delle batterie suonate da Riccardo Quagliato. In molte canzoni è presente il basso di Federico Melioli mentre in Efelidi il violino è suonato da Sofia Di Mambro. Il mastering è stato effettuato a Buenos Aires dal tecnico del suono Pablo Rabinovich. La copertina è stata creata da Ubertone e Matteo Marseglia.

 

BIOGRAFIA

Ubertone (al secolo Marcello Ubertone, nato a Rovigo nel 1982) ha iniziato a scrivere canzoni nel lontano 1999, in Kentucky, dove stava svolgendo un anno di studio all’estero. Il percorso che lo ha condotto solo adesso a pubblicare il suo primo disco è stato lungo e avventuroso. Di mezzo c’è stato un incontro con Mogol che si è innamorato di un suo pezzo e lo ha portato al CET, la sua scuola in Umbria, c’è stata l’esperienza come autore per la Gialappa’s Band, ci sono state le aperture dei concerti di Brunori SAS Pinguini Tattici Nucleari. E poi ancora esibizioni sui generis come gli house concert nei salotti e “Il concerto più piccolo del mondo” che ha tenuto in occasione del festival letterario Rovigoracconta: in una piazza vuota, chiusa appositamente per lui, ha suonato una canzone per una o due persone alla volta. Dopo la pubbicazione di una serie di singoli nel 2022, Ubertone finalmente pubblica la sua prima raccolta di canzoni: Meconio.

 

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INTERVISTA SU RADIO CITY LIGHT 

 

Come ti sei avvicinato alla musica?

Credo che la passione per la musica me l’abbia trasmessa mia madre, sin da quando ero molto piccolo. In macchina metteva Lucio Dalla, John Lennon, gli America e la colonna sonora di American Graffiti. Io, cullato da quelle canzoni, guardavo fuori dal finestrino e immaginavo il mondo come un film meraviglioso.

A chi consiglieresti, in particolare, l’ascolto di “Meconio”?

Probabilmente l’ascoltatore ideale di Meconio non deve avere troppi recinti in fatto di genere, dal momento che spazio parecchio in questo senso, e deve essere interessato non solo alla musica ma anche ai testi. Però… chi lo sa? Magari a qualcuno piacerà o non piacerà affatto per motivi assolutamente imprevedibili. Mi piacere pensarlo.

Come sono cambiati i tuoi gusti musicali nel corso del tempo?

Quando hai diciotto/vent’anni tendi a mettere la musica in due categorie: merda e figata. E credo sia giusto così. Si tratta anche di un fatto identitario: stai decidendo e capendo chi sei. E quindi vuoi rivendicare con forza, a te stesso e agli altri, anche chi non sei. Ora, che non ho più di questi problemi, tendo a valutare un pezzo a prescindere da chi lo canta, cercando di non avere troppi pregiudizi. Sono più aperto. Detto ciò credo che l’imprinting che ciascuno di noi riceve da ragazzino sia incancellabile. E quindi mettetemi un disco degli Smashing Pumpkins o di De Andrè, ora come a novant’anni, e sarò sempre un uomo felice.

Consigliaci qualche pezzo (di altri artisti) che tutti dovrebbero assolutamente ascoltare.

Amo questa domanda. Grazie. Vado con pezzi non superfamosi.

In ordine sparso: Coffin (Jessie Reyez feat. Eminem), Inutili e belli (Dutch Nazari), Albergo a ore (Gino Paoli), That’s what angels can do (The Wood Brothers), L’elefante (Ivan Talarico), Angeles (Elliott Smith), Amici nello spazio (Giovanni Truppi), 25000 anni fa (Jocelyn Pulsar), A boy named Sue (Johnny Cash), Substitute (Frank Turner), Vieni a vivere (Dente), Martha (Tom Waits). Mi fermo qui altrimenti non lo faccio più.

 

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