giovedì, 25 Aprile, 2024

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E’ uscito in radio il nuovo singolo di Carlo Audino, “CANTO DI STREGA”.

Anche il personaggio più malvagio può avere un momento di debolezza e, guardandosi indietro e attorno, rendersi conto di essere solo o mal accompagnato. E così la protagonista di “Canto di strega”, Strega Bugia, dopo aver rifiutato le avances dello sfigato Mago Merlino, intona il suo canto, e nella sua profonda crisi emotiva si accorge che qualcosa non va neanche con il suo amore di sempre: il fedele Specchiuccio e i suoi adorati campi di grano. Tuoni e saette tutto intorno fanno da cornice a questa quantomai originale crisi coniugale, risolta, al termine del canto liberatorio, con un ritrovato amore per lo specchio e una rinnovata forza malefica.

Spiega l’artista a proposito del brano: «Una originale crisi coniugale: la Strega e il suo Specchio»

Il video di “Canto di strega” racconta la storia di una giovane donna che sfogliando “La vecchiaia può attendere” di Arrigo Levi, trova al suo interno delle foto che la ritraggono da bambina, da adolescente, da adulta e infine da “vecchia”. Come fosse stregoneria lei stessa diventa anziana in quel preciso momento. Le scene esterne del video sono girate nel Regno Unito con la partecipazione di Sabrina Seaside e ritraggono Carlo Audino mentre canta circondato da spighe di grano pronte per essere raccolte.

Guarda “Canto di strega” su YouTube

Biografia

Nato nel 1964, Carlo Audino inizia a suonare la chitarra nel 1979 seguendo le orme del padre Antonio. Nel giro di pochi mesi comincia a scrivere i primi brani ispirato, oltre che dagli altri cantautori, soprattutto da Ivan Graziani. Negli anni successivi partecipa a innumerevoli festival e concorsi musicali durante i quali entra in contatto con altri artisti suoi coetanei. Nel 1996 e 1997 è all’Accademia della Canzone di Sanremo con un giovane e spaesato amico di allora: Tiziano Ferro. Nel frattempo crea uno studio di registrazione per poter fissare le proprie emozioni, migliorando le sue qualità di arrangiatore e tecnico del suono. Suona in maniera continuativa con band più o meno improvvisate e in duo in moltissimi pianobar e pub, soprattutto di Roma e provincia, ma anche a Milano e in centro Italia. Dal 2001, pur lasciando inalterata l’attività di musicista live, rallenta la carriera cantautorale per dare più spazio al matrimonio e alla famiglia, ma dopo il divorzio ricomincia a scrivere canzoni e a ripescare quelle più datate. Nel 2012 un gravissimo incidente di moto quasi lo uccide e gli distrugge polso e braccio sinistro: secondo i medici non potrà mai più suonare la chitarra. Nonostante tutto, dopo qualche anno decide di riprovare, suonando l’accompagnamento, con altri non giovanissimi chitarristi e flautisti, per gli inni ecclesiastici durante le funzioni della chiesa St John Fisher di Rochester (UK), dove abita da qualche anno. Miracolosamente, nel giro di poche domeniche, prende via via confidenza con questo nuovo modo di suonare, ricominciando anche a fare chitarrabar in vari locali vicino Londra. Nel 2021 decide di dare una possibilità alle vecchie e nuove canzoni. E così, come si farebbe tirando fuori un foglio alla volta da una cartellina polverosa, le sta estraendo, variandone contestualmente testo e musica per renderle più in linea col mondo attuale. Il 1 ottobre 2021 esce in radio e in digitale Canto di strega, il nuovo singolo.

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INTERVISTA SU RADIO  CITY LIGHT

Parlaci un po’ di te: chi sei, da dove vieni, come ti sei avvicinato alla musica?

Nella mia famiglia si è sempre fatta molta musica: ricordo che ogni compleanno o festa comandata era la perfetta occasione per stare tutti insieme a mangiare, giocare e cantare! Mio zio suonava la fisarmonica e mio padre la chitarra. Era quindi inevitabile che noi, figli e nipotame vario, venissimo contagiati dalla vena artistica. Così nel 1979, ragazzo quindicenne, decisi di imbracciare la chitarra di mio padre che era appesa per la cinghia su due chiodi in sala da pranzo e, grazie ai primi rudimenti forniti proprio dal mio “boss”, ho cominciato a suonarla e si è così aperta un’autostrada di possibilità ed occasioni che mi hanno aiutato sia nell’adolescenza da timido che nella vita successiva fino ad arrivare ai giorni nostri. In particolare dall’oratorio negli anni ’80 sono nate due band ed io ero il chitarrista-cantante in entrambe. Mentre con una abbiamo fatto molta strada a livello locale, l’altra ha avuto problemi legati alla droga (negli anni 80 molto diffusa) e così ho perso due elementi per overdose e un terzo si è disintossicato. Io non ci sono cascato (per pura fortuna) ed ho proseguito il mio percorso artistico, oltre che di vita. La prima esibizione con un mio brano è stata proprio in occasione della “festa del donatore di sangue” dove presentai per la prima volta il brano “L’uomo del sangue”. Sempre in quel periodo feci un provino alla RCA con “Lady Laura”. Qualche anno più tardi partecipai ad una marea di concorsi tra cui Castrocaro (arrivai purtroppo afono alle semifinali!), l’Accademia della canzone di Sanremo (insieme allo sconosciuto Tiziano Ferro venimmo scartati alle semifinali per due anni consecutivi) e altri festivals (uno vinto con “Mago Merlino” e altri arrivando spesso in finale). Nel frattempo mi sono sposato, ho avuto un figlio, poi divorziato ed ho costantemente scritto canzoni che eseguivano una istantanea della mia vita in quel momento. Ho sempre continuato a suonare pianobar sia da solo che con la band del momento. Nel 2012 per un incidente motociclistico che mi ha quasi ucciso, ho dovuto reinventarmi come chitarrista, essendomi trasferito nel frattempo in Regno Unito (nel Kent). Li ho suonato in locali di Londra e della periferia a sud e infine, nel 2019, sono rientrato in Italia a causa della pandemìa. Da Febbraio di quest’anno ho deciso di pubblicare tutti i miei brani, sia vecchi che nuovi, arrangiandoli presso LR Studio di Lariano (RM) insieme al mio amico di vecchia data Riccardo Taddei (piano, tastiere e fisa) e col resto della mia nuova band, Simone Ceracchi (basso) e Luca Fareri (batteria). Inoltre quando posso partecipo a festival e talent per far prendere aria alle mie canzoni. Ad Agosto “Canto di Strega” è arrivato alle semifinali del contest “Spazio d’Autore” di San Gimignano e attualmente sono in attesa dell’esito di ammissione al concorso “Una voce per San Marino” dove sto partecipando con due brani inediti.

A chi consiglieresti, in particolare, l’ascolto di “Canto di Strega”?

Premesso che consiglierei a chiunque di ascoltare questa canzone, ma in particolare potrebbe essere maggiormente apprezzata da chi si sente incompreso o fuori luogo oppure semplicemente un po’ spaesato, confuso e indeciso. “Canto di Strega” nasce come proseguimento della canzone “Mago Merlino” dove lui fa delle avances a Strega Bugia la quale lo rifiuta. Avrà fatto bene? In effetti la Strega in questa apparente filastrocca che poi diventa man mano più aggressiva e rock, ha una crisi interiore che si è scatenata in lei dopo aver rifiutato il suo corteggiatore (ovviamente questa è una pura costruzione della mia mente!). E nella sua profonda crisi emotiva si accorge che qualcosa non va neanche con il suo compagno di sempre: il fedele Specchiuccio ed i suoi adorati campi di grano. Tuoni e saette tutto intorno fanno da cornice a questa quantomai originale crisi sentimentale. Poi, al termine del canto liberatorio, lei ritrova tutto il suo amore per lo specchio e sente la rinnovata forza malefica rigenerata e rinforzata in tutto il suo diabolico spirito.

Come si distingue “Canto di Strega” rispetto ai tuoi lavori precedenti?

“Canto di Strega”, come ogni brano, ha le sue specifiche influenze fotografate dai miei umori e gusti nel momento storico della sua stesura. E così si rinvengono dei particolari che, per chi mi conosce, fanno ricordare il Carlo che con la sua band in quel periodo adorava suonare “Child in time” dei Deep Purple di cui si trova l’influenza nella struttura e arrangiamento del brano. Anche il testo ha piccole influenze caratteristiche degli argomenti che all’epoca studiavo al Liceo, come il vezzeggiativo eroicomico “Specchiuccio” che ricorda il modo di scrivere di Alessandro Tassoni e un po’ tutta la costruzione di un testo che sembra una stupida filastrocca ma che in realtà affronta forti conflitti spirituali interiori. La canzone nasce molti anni fa tra i banchi del liceo Classico anzi, per l’esattezza, fu scritta in una parete del bagno maschile del Liceo che allora frequentavo a Velletri (RM). La cosa curiosa fu che una decina di anni dopo la mia maturità andai a trovare i miei vecchi professori e ad un certo punto, avendone la necessità, entrai proprio in quel bagno. Avevo del tutto dimenticato di aver scritto la mia composizione tra una marea di altre dediche su quelle mura e quando me lo trovai davanti rimasi sbalordito! Le pareti erano state rinfrescate e pitturate per varie volte ma quel testo era sempre stato lasciato li per tutti questi anni! Ne rimasi piacevolmente sorpreso.

Hai voglia di darci qualche consiglio per gli ascolti?

Per ascoltare ed apprezzare appieno questa e le altre mie canzoni consiglio di farlo con un bel paio di cuffie oppure con un buon sistema di amplificazione che faccia assaporare tutte le frequenze che sono state miscelate e studiate secondo per secondo su misura. Anche per il testo suggerisco di andare sul mio sito carloaudino.it e seguirlo, ad un secondo spontaneo ascolto, da li. Sempre sul sito, in fondo pagina, ho inserito per ciascun brano (oltre ai link per le varie piattaforme di streaming) un approfondimento generale ed un altro specificatamente tecnico. A me personalmente piace ascoltare le canzoni (anche di altri) in cuffia mentre faccio le mie chilometriche camminate per tenermi in forma (o almeno ci provo!).

Ufficio Stampa Red&Blue Music Relations 

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