C’è una guerra che si combatte fuori, ma anche dentro. È quella che racconta Er Pablo in “Veterano”, un brano che affronta il cambiamento come un processo complesso e spesso doloroso, ma necessario.
Tra immagini poetiche e riflessioni profonde, l’artista ci guida in un viaggio fatto di trasformazioni, consapevolezze e rinascite interiori. Un pezzo che lascia spazio all’interpretazione personale, ma che porta con sé un messaggio chiaro: anche le ferite possono diventare segni di forza.
Lo abbiamo intervistato per Radio City Light per capire cosa significa, per lui, attraversare il cambiamento e metterlo in musica.
INTERVISTA
Quali sono i tuoi riferimenti musicali e in particolar modo nell’ambito cantautorale?
“Sono molti gli artisti che amo, così tanti che non penso neanche di poterli nominare tutti.
Il cantautorato per me è la vera essenza della musica, il cantautore è colui che riesce ad immergere anima e corpo dentro un concetto astratto come la musica, per dare una sua lettura di quel mondo.
Ho la grande fortuna di essere italiano e tutti noi sin da bambini veniamo travolti da uno tsunami d’arte, De andré, Califano, Bertoli… pochi esempi di storia italiana, ma questi pochi esempi stravolgono la mia vita da anni.
“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior” -Via del campo, Fabrizio De andré.
“Io piango quanno casco nello sguardo de ‘n cane vagabondo” -Io non Piango, Franco Califano.
“Mare che non t’ha mai dato tanto, mare che fa bestemmiare”
-Pescatore, Pierangelo Bertoli / Fiorella Mannoia.
Pochi esempi come dicevo, ma su queste tre citazioni potremmo interrogarci una vita intera.
Ovviamente i cantautori che amo sono molti, se parliamo di Hip Hop potrei parlare per ore… Primo Brown, Danno, I villa ada posse…Non voglio dilungarmi troppo, ma per me questi sono Maestri con la “M” maiuscola!
Come nasce un testo, quali sono gli input che raccogli e che trasformi in parole da cantare?
“Per me l’ispirazione è fondamentale, qualsiasi cosa può ispirare un testo, da un discorso che per caso ascolti a dei passanti sconosciuti, al modo in cui la luce entra in una stanza. Io sono profondamente convinto che per scrivere una canzone basta ascoltare quello che la musica ci comunica, le sensazioni che ti fa provare, le immagini che ti fa visualizzare nella tua mente nel momento in cui l’ascolti, tutto ciò che ruota intorno al quotidiano ha il potenziale per diventare un testo o anche banalmente una rima. Dico sempre che le mie canzoni sono dedicate a tutti, perché in un modo o in un altro riesco sempre a ricollegare tutte le persone importanti per me, alle parole che scrivo. Una canzone può nascere da tutto e non credo che esista qualcuno che sappia dire da dove inizia il flusso creativo, secondo me la creatività ci accompagna quotidianamente in tutto quello che facciamo per poi sfociare nelle nostre passioni.
Non esiste un modo per scrivere una canzone, ne esiste uno per ogni persona che decide di immergersi in questo viaggio.”
È da poco uscito il tuo nuovo singolo. Quale messaggio vuoi trasmettere e, soprattutto, qual è stata la molla che ti ha spinto a scrivere questo pezzo?
“Veterano è un brano particolare a livello di scrittura. Ci ho messo circa 5 anni a scrivere il testo, si vede e si sente anche l’evoluzione della mia penna.
La prima cosa che ha visto luce è stato il ritornello, non c’era ancora una base, era solo un testo e una melodia in cui sentivo un potenziale.
Il vero viaggio è iniziato con la prima strofa, difficile intuirlo ma la prima strofa è interamente dedicata alla mia chitarra. Nasce in una notte d’estate in cui mi sentivo particolarmente solo, quel momento mi fece realizzare che nel bene e nel male, in momenti tristi o felici, la mia chitarra è sempre stata lì, senza mai chiedermi nulla, c’era e basta. Quel giorno realizzai che la musica non ti lascia mai, puoi sentirti solo come un soldato che ha visto morire i suoi compagni, ma se hai la musica con te non c’è niente che posso toccarti. La prima strofa parla appunto di questo e finisce con una domanda esistenziale sulla guerra, da cui deriva il titolo Veterano.
La seconda strofa è una critica sociale verso il mondo e l’epoca che stiamo vivendo. Nasce durante il mio trasferimento a Milano, alcune parti sono state scritte sul treno tra pacchi e sedili. Il nucleo della strofa per me è all’inizio; “Cerco l’arte in un mondo che mi ringhia, ma non so nato pe esse pacifista”, questa frase è rivolta al mondo d’oggi dove tutto sembra superfluo o di poca importanza, oserei addirittura dire che non c’è il tempo per godersi il bello della vita o banalmente le cose che ci rendono felici quotidianamente. Per me questo concetto è molto triste dato che come artista punto sempre a trovare un significato artistico in quello che mi circonda, ma continuamente mi domando: cosa resterà domani di quest’epoca in cui sembra sempre mancare qualcosa?
Probabilmente solo messaggi in segreteria.”
Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del singolo?
“Ogni pezzo ha vita propria, la scrittura di Veterano è stata molto lunga, anche se in realtà una volta che il pezzo ha iniziato a prendere forma è stato molto facile finirlo. Altre canzoni nascono e finiscono lo stesso giorno, altre ancora le inizi oggi e ti accompagnano per anni.
Non c’è una formula giusta per scrivere una canzone, la mia è semplicemente ascoltare il brano per poi cercare di infondergli la mia interpretazione. Il tempo non conta, l’importante è arrivare dove reputo che la musica mi stia portando.”
Quali sono le collaborazioni che ti hanno aiutato alla realizzazione del brano?
“La collaborazione con Violea è stata fondamentale per dar vita al brano. Essendo appunto un brano nato solo con la chitarra è stato molto complicato per me capire come inserire altri elementi. La magia appunto è stata lui a farla, soprattutto nel far combaciare la mia visione con la sua.”
Se potessi avere la bacchetta magica, cosa desidereresti di più al mondo in questo momento?
“Questa è una domanda molto difficile. Il mondo in cui viviamo ha molti problemi e molte situazioni che necessitano di aiuto…Anche con la bacchetta magica non saprei decidere chi aiutare, quindi desidererei qualcosa che possa aiutare più persone. Mi vengono in mente le 7 sfere del drago o la lampada del genio, può sembrare stupida come cosa, ma forse la cosa di cui ha realmente bisogno il mondo è solo un po ‘ di magia.”
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Non mi metto limiti a livello lavorativo. Adesso sono in programma vari singoli, il prossimo che sentirete si intitola “L’alba dei pensieri” che uscirà il 18 luglio. Sarà seguito da altri pezzi che ci accompagneranno fino all’anno nuovo. Dopo non so dirvi con certezza cosa arriverà, in questo momento sto lavorando su un progetto live. Mi sto dedicando anche ad un nuovo progetto molto particolare che inizierà a vedere luce nei prossimi mesi. Per concentriamoci sulle canzoni che sentiamo oggi, su cui vi aggiorno quotidianamente sui miei social, quello che verrà lo scopriremo solo poi.”
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