lunedì, 12 Maggio, 2025

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“Dionysus” è il nuovo (secondo) album di Anna Soares e ce lo presenta a Radio City Light

Qui, la cantautrice e producer snocciola un discorso già iniziato lo scorso anno con Sacred Erotic” muovendosi in direzioni più spirituali e mature, creando delle preghiere in musica per la sua divinità oscillando tra sensualità e alterazione dei sensi, mostruosità e moniti evolutivi.

Lelemento sperimentale, sempre presente nellelettronica di matrice future garage, va ad incontrarsi con un cantautorato che non dimentica di strizzare locchio a melodie e vocalità pop. I nove brani di Dionysus” vanno quindi a creare un percorso spirituale verso il basso, toccando i luoghi più oscuri dellesplorazione di sé.

Abbiamo avuto il piacere di intervistarla qui a Radio City Light ed ecco com’è andata!

INTERVISTA AD ANNA SOARES

È passato appena un anno da quando hai rilasciato “Sacred Erotic”, il tuo album di debutto. Ma qui ti troviamo distante e meno oscura. Sbagliamo? Com’è stato per te quest’ultimo anno che ti separa da “Sacred Erotic”?

È stato sicuramente un anno costellato da una miriade di cambiamenti, sia personali e umani che artistici. Con Dionysus ho voluto scavare un po’ più a fondo nella matrice spirituale del mio sentire, senza però mai scostarmi completamente dal corporeo, che è il tramite attraverso il quale evolvo in questa spiritualità ribaltata verso il basso. Sotto il profilo sonoro, invece, ho sperimentato molto di più con tappeti, campionamenti, e stili vocali.

Abbiamo seguito a distanza la vicenda del tuo ban sul tuo account di instagram. Cos’è successo? E quanto può impattare una cosa del genere nel tuo lavoro?

In seguito a una serie di segnalazioni a delle mie foto e al profilo che curavo da oltre sei anni, sono stata bannata per “adescamento di adulti”, cosa che mi fa molto sorridere oltre che incavolare perché non ho mai monetizzato con la mia immagine e conosco bene le regole della piattaforma. Questo ha impattato molto sia sul mio entusiasmo nel promuovere (oltre che musica) consapevolezza sulle sessualità alternative e creare un dialogo costruttivo, sia sul raggiungimento delle persone che mi seguivano nella promozione del nuovo album. Ma purtroppo, utilizzando piattaforme private si incorre anche in questo. Sto infatti pensando di creare un mio spazio digitale indipendente dalle regole dei social media per poter continuare a diffondere tutto quel che ritengo sia importante trasmettere a chi mi segue.

Quali sono le tue influenze nell’ambito del cantautorato e in cosa le possiamo rintracciare nel tuo ultimo “Dionysus”?

Sono molto legata al songwriting di Bjork, Battiato, Meg, Afterhours, Joni Mitchell e Benvegnù. Ma ritengo che nella scrittura sia fondamentale creare un proprio immaginario che prescinda in qualche modo dalle proprie influenze, per cui non so dirti se in Dionysus questa cosa emerga.

Qual è il tuo legame con Dioniso?

Sin da quando l’ho incontrato sul mio cammino vivo il legame con Dioniso in modo profondo, viscerale, quasi onnipresente. Mi guida, così come i miei altri Dei, in ogni gesto e in ogni intenzione e artisticamente sento la necessità di veicolare il mio legame con Lui espandendolo in un discorso più ampio, che possa portare le persone a connettersi con un lato più profondo e inaspettato di loro.

Si può fare femminismo anche con la musica?

Cito le parole di Michele Monina a riguardo, io non avrei saputo dirlo meglio: “Credo sia valso molto più l’inno alla masturbazione femminile contenuto nel testo di America di Gianna Nannini, o l’ironico sguardo sessualizzato esibito dalla Rettore in Cobra, che anni e anni di manifestazioni a suon di “l’utero è mio e me lo gestisco io”

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